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Il Giorno di Ognissanti ha una profonda importanza all’interno della liturgia cristiana e costituisce una festività dalle radici millenarie. Questa celebrazione, sebbene presente in tutto il mondo, assume sfumature diverse in ciascuna nazione, riflettendo le proprie tradizioni culturali. È nel lontano 835 che questa festa divenne di portata globale, grazie all’impero Carolingio di Luigi il Pio, che la rese una celebrazione universale.
Presso la Residenza Quisisana di Siena, lo scorso 1° novembre, ci si è dedicati con fervore e attenzione alla celebrazione di Ognissanti, riverberando le profonde radici storiche e religiose che sottendono tale data. L’animatrice Debora ha assunto un ruolo centrale in questa cerimonia, mentre i nonni condividevano conversazioni ricche di significato. Nel frattempo, Debora si è recata in cucina per confezionare il prelibato “Pan coi Santi”, disponendolo attentamente nei vassoi per poi distribuirlo tra gli ospiti dopo il pranzo.
In Italia, una nazione rinomata per la sua straordinaria tradizione culinaria, spiccano numerose delizie dolciarie. A Siena, il “Pan Coi Santi” rivendica le sue radici in epoche remote, distinguendosi per una delicatezza equilibrata e una composizione unica. Questo dolce, nota caratteristica della gastronomia senese, si configura come un pane arricchito con uvetta, noci e un tocco di pepe. Conosciuto anche come “Pancosanti”, è reperibile in tutte le panetterie e pasticcerie della città già a partire dal mese di settembre, perdurando fino all’arrivo delle festività natalizie.
Il “Pan Coi Santi” è tanto ambito quanto insostituibile nelle tavole senesi. Si presta perfettamente come fine pasto, merenda o addirittura colazione durante l’intero periodo di produzione. La sua particolarità risiede nella combinazione di croccantezza, fragranza e aromi saporiti, uniti a una dolcezza moderata che sfida qualsiasi tentativo di resistenza. La sua forma rotonda, brillante grazie all’utilizzo del tuorlo d’uovo, cela un cuore morbido, profumato e speziato.
Il segreto di questa prelibatezza risiede nell’abbondanza di ingredienti di primissima qualità, tra cui spiccano l’uvetta sultanina e le noci. Addirittura, nel XIX secolo, esisteva una versione non zuccherata di questo dolce, il quale veniva consumato come piatto unico, accompagnato da un raffinato bicchierino di Vino Santo o passito. In definitiva, non resta che augurare a tutti un’estasiante degustazione di questo autentico capolavoro culinario.